
Appia Longarum teritur regina viarum
I Romani per scopi militari, politici e commerciali, iniziarono la costruzione di lunghe strade il più possibile rettilinee, in modo da minimizzare le distanze. Le strade romane erano essenziali per la crescita dell'Impero, in quanto consentivano di muovere rapidamente l'esercito.
Le vie più importanti che partivano da Roma per giungere ai limiti estremi dell’Impero, denominate strade consolari, sono :
Aurelia, Cassia, Flaminia, Salaria, Tiburtina, Casilina, Appia, Emilia, Postumia, Capua-Regium, Nomentana e Prenestina.
Aurelia collega Roma a Cerveteri
Cassia collega Roma a Florentia (Firenze)
Flaminia collega Roma a Rimini
Salaria collega Roma a Porto d’Ascoli
Tiburtina collega Roma a Tibur (Tivoli)
Casilina collega Roma a Casilinum (Capua)
Appia collega Roma a Brundisium (Brindisi)
Emilia collega Rimini con Piacenza
Postumia collega Aquilieia e Genova
Capua-Regium si staccava dalla via Appia a Capua e raggiungeva Nola e poi Salerno
Nomentana aveva origine da Porta Collina fino ad arrivare a Nomentum
Prenestina collega Roma a Palestrina
Questo nostro progetto prevede un viaggio che partirà dalla Regina delle vie, l'Appia, per poi deviare ed approdare nella nostra cittadella, Caiazzo:
"munita ante fuit circum caiatia muris quam sulco sacro Roma quadrato suo"
‘’Appia Longarum teritur regina viarum’’
-Si percorre l’Appia, regina delle lunghe strade’’
Publio Papinio Stazio, Stazio.
Silvae 2,2,12
La via Appia è una strada romana, che collegava l’antica Roma a Brundisium (Brindisi), il più importante porto per la Grecia e l’Oriente, nel mondo dell’antica Roma. L’Appia è la regina delle strade per la sua perfezione, per la bellezza delle regioni che attraversava, copriva all’incirca 200 km ed è proprio per questo che è considerata tra le più grandi opere di ingegneria al mondo, tanto che alcuni tratti relativamente lunghi sono arrivati al giorno d’oggi in buono stato di conservazione.
La fama della via Appia
La strada nasce per facilitare le operazioni militari delle truppe romane dirette verso l’Italia meridionale durante la II guerra sannitica (326-302 a.C. ) ma contribuì ad incrementare e a diffondere la cultura greca grazie al porto di Brindisi che forniva un collegamento diretto con la Grecia, Oriente ed Egitto.
Per questa ragione nei secoli successivi Roma divenne il fulcro del teatro, dell’arte, della lingua greca e la letteratura ellenica.
L’originaria funzione militare passò ben presto in secondo piano, quando l’Appia divenne l’asse fondamentale del commercio e dei contatti con la fertile Campania e con i porti che ricevevano le merci da ogni parte del Mediterraneo.
In Campania si concentravano gli interessi mercantili ed economici di gran parte dell’aristocrazia senatoria.
Il sistema stradale costituito dall’Appia fu la spina dorsale di tutti i percorsi viari dell’Italia meridionale, che si diramavano dalla grande via per raggiungere altre destinazioni.
I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C., per volere del censore Appio Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, appartenente alla Gens Claudia), che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma alle colline di Albano. I lavori di costruzione si protrassero fino al 190 a.C., data in cui la via completò il suo percorso fino al porto di Brindisi.
La strada fu restaurata ed ampliata durante il governo degli imperatori Augusto, Vespasiano, Traiano, Adriano.
Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, la strada cadde in disuso per molto tempo, fino a quando Papa Pio VI ordinò il suo restauro e la riportò in attività.
Dal porto di Brindisi salpò Federico II in direzione della Terra santa; nel Medioevo, l’Appia divenne, con la via Traiana, la via dei crociati.
La strada dimenticata per secoli fu riscoperta durante il periodo rinascimentale.
Ampie parti della strada originale si sono preservate fino ad oggi ed alcune sono tuttora usate per il traffico automobilistico (per esempio vicino a Velletri). Lungo la parte di strada più vicina a Roma si possono ammirare numerose tombe e catacombe romane delle prime comunità cristiane.
Negli anni ’50 e ’60 sul tratto urbano della Via Appia Antica si realizzano ville esclusive, che diventano residenza dell’alta società romana.
Itinerario
Il percorso originale dell’Appia Antica, partendo da Porta Capena, vicino alle Terme di Caracalla, collegava l’Urbe a Capua (Santa Maria Capua Vetere) passando per Aricia (Ariccia),Forum Appii, Anxur (Terracina) nei pressi del fiume Ufente, Fundi (Fondi), Itri, Formiae (Formia),Minturnae (Minturno), eSinuessa (Mondragone).
Da Capua proseguiva poi per Vicus Novanensis (Santa Maria a Vico) e, superando la Stretta di Arpaia, raggiungeva, attraverso il ponte sul fiume Isclero, Caudium (Montesarchio) e di qui, costeggiando il monte Mauro, scendeva verso Apollosa ed il torrente Corvo, su cui, a causa del corso tortuoso di questo, passava tre volte, utilizzando i ponti in opera pseudoisodoma di Tufara Valle, di Apollosa e Corvo, i primi due a tre arcate e l’ultimo a due. Questi furono distrutti durante la seconda guerra mondiale, e solo quello di Apollosa è stato ricostruito fedelmente.
È dubbio quale percorso seguisse l’Appia da quest’ultimo ponte fino a Benevento; rimane però accertato che essa vi entrava passando sul Ponte Leproso o Lebbroso, come indicato da tracce di pavimentazioni che conducono verso il terrapieno del tempio della Madonna delle Grazie, da cui poi proseguiva nel senso del decumano, cioè quasi nel senso dell’odierno viale San Lorenzo e del successivo corso Garibaldi, per uscire dalla città ad oriente e proseguire alla volta di Aeclanum (Mirabella Eclano), come testimoniano fra l’altro sei interessanti cippi miliari conservati nel Museo del Sannio.
L’Appia raggiungeva poi il mare a Tarentum (Taranto), passando per Venusia (Venosa) e Silvium (Gravina). Poi svoltava a est verso Rudiae(Grottaglie) fino ad un’importante stazione presente nella città di Uria (Oria) e, da qui, terminava a Brundisium (Brindisi) dopo aver toccato altri centri intermedi.
La Via Appia Traiana avrebbe poi subito dopo collegato, in maniera più lineare, Benevento con Aecae (Troia), Canusium (Canosa) e Barium (Bari).
