
Piazza Santo Stefano Menecillo
Fulcro della vita pubblica sin dall'antichità, Piazza Santo Stefano Menecillo si trova nello stesso punto in cui doveva essere situato l'antico foro romano. Esso rappresenta il centro dello schema urbanistico romano, organizzato su due assi principali ortogonali, il cardo maximus (N-S) - via Umberto I - e il decumano maximus (E-O) - A. A. Caiatino. Il cardus partiva da Porta San Pietro per arrivare all'attuale Porta Pace (struttura più recente voluta dal vescovo De Sio), congiungendosi con la via Latina, che permetteva il collegamento con l'importante insediamento di Telesia; il decumanus maximus passava invece da Porta Capua (Porta Vetere) a Porta Anzia. Nel foro si svolgevano le riunioni politiche, veniva amministrata la giustizia, si esercitavano il commercio e le funzioni religiose.
Oggi vi si trova la basilica Concattedrale SS. Maria Assunta, il Seminario Vescovile che ospita l'Archivio diocesano, la Ruota degli Esposti annessa al complesso delle Clarisse. Vi si trovavano inoltre il Palazzo del Governatore e il seggio dei cavalieri.
La Basilica era in origine un tempio
pagano dedicato a Marte o a Giove.
L'importanza della Chiesa crebbe
notevolmente nel corso del X secolo,
sia perchè nel 966 venne istituita la
diocesi, sia perchè nel 979 giunse a
Caiazzo Stefano Menecillo, Vescovo
della città per 44 anni, divenuto poi
il Santo protettore.
Il Campanile fu eretto interamente in tufo grigio, nello stile gotico locale. Presenta una base quadrata e si innalza per più piani. Il piano terra ed il primo piano sono parte integrante della struttura del porticato del cortile e delle convento. Il secondo piano è cieco, il terzo piano presenta una monofora per lato, il quarto presenta una bifora molto semplice con colonnina bianca centrale ed infine l'ultimo piano a base ottagonale ripropone una monofora in corrispondenza delle finestre dei piani inferiori. Un campanile simile è visibile a Caserta Vecchia tuttavia, a quello manca la colonnina centrale della bifora
L'Archivio Storico Diocesano nasce nel 2015 e raccoglie la documentazione prodotta dalla Curia Diocesana, dagli Enti Ecclesiastici dipendenti dall'Autorità diocesana o da singole persone e istituzioni o da enti formalmente eretti o che vivono e operano all'interno della Chiesa locale. Questo Archivio è composto da quattro fondi principali:
-Fondo Ex Curia Vescovile di Caiazzo
-Fondo del Capitolo Cattedrale di Caiazzo
-Fondo dei Registri Parrocchiali
-Fondo del Capitolo della Cattedrale di Alife
Nella collezione risaltano pergamene antichissime, la più antica del 1007. All'interno
dell'Archivio sono presenti numerose opere pittoriche, nonché testi antichi di gran spessore
come il grande De re diplomatica, primo testo di paleografia e alcuni testi di Galilei e
di Sant'Alfonso de 'Liguori.
Sul lato destro della piazza si trova il
pozzo - cisterna romana e sul muro di
fondo di un vecchio convento c’è ancora
la cosiddetta ruota degli esposti, che
serviva a dare la possibilità di
praticare l'abbandono nell'anonimato,
era un cilindro di legno cavo che si
faceva girare dopo avervi adagiato il
bambino.
Esternamente vi era un campanello che veniva suonato al
momento dell'abbandono e dall'altra parte della Ruota, vi era una balia che prelevava il bambino, se ne prendeva cura e, in molti casi, gli attribuiva un cognome. Sul lato che si collega a via Aulo Attilio Caiatino si trova la Cappella Egizi con il celebre affresco del Cicino che raffigura la Vergine col Bambino.


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